Riflessioni e Proposte

A distanza di anni dalla nascita dell’agriturismo, mentre aumentano le presenze e rimangono valide sia le esigenze e le motivazioni che hanno spinto i cittadini - turisti nelle campagne, sia quelle che hanno indotto gli agricoltori ad intraprendere nuove attività all’interno delle loro aziende, il bilancio, almeno per quanto riguarda la Calabria, non è dei migliori.

Sono passati 36 anni dall’emanazione della prima legge nazionale, 33 anni dall’emanazione della prima legge regionale, 20 del Decreto legislativo 228, 15 e 12 anni dalla seconda legge nazionale e regionale e, oggi, il bilancio è per nulla positivo.

Tanti agricoltori, soprattutto nei primi anni, stimolati dalle molteplici iniziative di promozione, decisero di intraprendere questa attività.

12 anni fa, all’albo regionale agrituristico erano iscritte 1.650 aziende agricole e di queste 457 erano in attività. Oggi all’albo sono iscritte circa 700 aziende mentre quelle che praticano l’attività sono meno della metà.

Molte aziende sono ancora in fase di ristrutturazione, molte altre sono in attesa di ricevere i finanziamenti necessari; ma, tante hanno, invece, dovuto chiudere l’esperienza agrituristica.

Sicuramente non è stata la mancanza di interesse e di entusiasmo a far retrocedere o interrompere quanto si stava creando.

La burocrazia, le lungaggini amministrative, la confusione (anche fra le Organizzazioni Professionali Agricole) hanno fatto desistere, hanno scoraggiato, soprattutto i tanti giovani che avevano fatto questa scelta.

Il risultato è che alcuni agricoltori hanno saputo cogliere le opportunità derivanti dalla multifunzionalità rispettandone obiettivi e principi che hanno mantenuto nel tempo. Tanti agricoltori hanno desistito dall’andare avanti.

Tanti altri, invece, hanno completamente modificato la natura delle loro aziende diminuendo sempre più l’attività agricola a favore di quella prettamente commerciale non più rispondente ai requisiti di connessione e complementarietà.

Sulla qualità dell’agriturismo ma, soprattutto, sulle caratteristiche delle aziende agrituristiche calabresi, qualche riflessione critica siamo obbligati a farla.

Prima di tutto, la possibilità che attualmente la legge regionale offre che è quella di andare ben oltre i limiti che un agriturismo dovrebbe avere per quanto riguarda il numero di ospiti, soprattutto, nella ristorazione. Volendo un’azienda può ospitare anche 500 persone contemporaneamente. Ciò, naturalmente, va ben oltre quelle che sono le possibilità di mantenere sia il giusto equilibrio fra l’attività agricola e quella della ristorazione, sia le motivazioni che inducono i cittadini a scegliere questi luoghi.

Invece, in questi anni bisognava comprendere meglio che in una regione come la nostra:

  • con una conformazione di penisola nella penisola, senza vicini di casa e, quindi, lontana dai flussi turistici dei fine settimana che rappresentano la maggiore attività delle aziende agrituristiche;
  • Con una stagione turistica limitata a pochi giorni all’anno;
  • Una difficoltà logistica a raggiungere la Calabria in tempi brevi e sopportabili;
  • Ed altro ancora…

Bisognava far leva di più sulla qualità: dei prodotti, della gastronomia, dell’ambiente, sulla diversificazione dell’offerta e dei periodi turistici con eventi legati alle stagioni e alle attività agricole stagionali (vinificazione, molitura delle olive, lavorazione del maiale, etc.) per puntare, intanto, sul mercato turistico interno alla regione che non è da sottovalutare e per proporsi, in maniera differenziata e tutto l’anno, anche ai flussi turistici extra regionali.

In molti casi, invece, si è sottovalutato tutto ciò, copiando e imitando ristoranti e alberghi (spesso nemmeno di qualità) danneggiando l’immagine complessiva dell’agriturismo e di tutti quegli operatori che non si sono discostati dai principi fondamentali dell’agriturismo operando in maniera coerente.

E, mentre per gli agricoltori rimangono sempre validi gli obiettivi che con l’agriturismo si possono raggiungere:

  • Valorizzare i propri prodotti agricoli
  • Farsi conoscere, uscire dall’anonimato
  • Creare un rapporto diretto con il consumatore dei propri prodotti
  • Realizzare una azienda che possa avere un futuro
  • Aggiungere quel valore aggiunto, attraverso la somministrazione del prodotto sotto forma di pietanze, ma anche la vendita diretta dei propri prodotti freschi e trasformati ad un prezzo sicuramente più remunerativo che contribuisce ad una integrazione del reddito veramente consistente

si registra un distacco sempre maggiore tra il mondo agricolo e la società e sono peggiorate le scelte nei consumi alimentari a discapito delle produzioni locali, regionali e di qualità.

Pensiamo che tutto quello che stava alla base delle ragioni dell’Agriturismo 30 anni fa, 10 anni fa, è sempre valido, forse ancora di più oggi, sia per gli Agricoltori sia per i cittadini e, quindi, bisogna continuare e insistere sulla strada della coerenza e della qualità per offrire al mercato turistico aziende agrituristiche di grande eccellenza.

Ma non basta che gli Agricoltori sappiano fare bene il loro mestiere per raggiungere la qualità.

Occorre che anche le Organizzazioni Agricole e gli Enti preposti al governo e gestione della materia sappiano svolgere appieno il loro compito, In Calabria tale compito è demandato alla regione tramite il dipartimento Agricoltura.

A conclusione di un lungo dibattito avvenuto nel corso dei seminari e degli incontri tenuti nell’ambito del progetto “Agricoltura: Laboratorio di Arte, Cultura, Ambiente, Territorio e Benessere” - cofinanziato dal FEARS – PSR Calabria 2014/2020 – Misura 01.02.01 – Sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione, possiamo sintetizzare in questa slide i punti su cui la regione Calabria deve impegnarsi per accompagnare e sostenere gli sforzi che gli Agricoltori stanno facendo.

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La legge regionale deve essere rivista e modificata al fine di renderla più rispondente ai requisiti necessari per ottenere un agriturismo di qualità e che contempli tutto quello che fin qui abbiamo analizzato attraverso:

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Ultima nota riguarda il ruolo delle Organizzazioni Professionali Agricole e delle loro Associazioni per il settore agrituristico. Queste devono fare la loro parte mettendo in atto iniziative e azioni per aiutare gli Agricoltori a formarsi e informarsi, vigilando e contribuendo allo sviluppo del settore anche attraverso una corretta e mirata promozione premiando le aziende meritevoli che rispettano i principi fondativi dell’agriturismo.